venerdì 2 gennaio 2009

PROLOGO

Sabato 08 Novembre. Stadio “Euganeo” di Padova. Ore 15.00.


Lo stadio è gremito. L’occasione ha radunato gli appassionati della palla ovale da ogni parte dello stivale. Il Veneto si considera, giustamente, la culla di questo sport, e oggi lo dimostra al mondo intero. La festa è già iniziata da ore. Oggi è il giorno dei bambini e delle donne. Al contrario di quanto sStade Velodrome, Marseilleuccede per altri sport sopravvalutati, lo stadio oggi è un posto tranquillo e sicuro. Bambini di ogni età scorazzano per le gradinate vestiti con le maglie dei loro club. Ex giocatori, segnati prima nell’anima che nel fisico dall’amore per questa ruvida disciplina, seguono le fasi di gioco e le spiegano alle mogli, fra un sorso e l’altro dell’ immancabile birra. La banda attacca le prime note dell’inno di Mameli. Mi stringo agli amici, una mano sulla spalla del vicino, la destra sul cuore. Cantiamo a squarciagola. Ogni volta è un’emozione fortissima. Una magia che si ripete solo prima di una partita di rugby. E stavolta ho deciso di condividerla con la donna che fra meno di tre settimane diventerà mia moglie.

Barbara canta sicura le due strofe. Le luccicano gli occhioni azzurri. Sta cominciando a capire perché a volte ho dovuto abbandonarla per seguire la nazionale nei suoi impegni. Inizia a capire perché questo sport mi è entrato dentro. Forse ne è addirittura un po’ gelosa. Ma non oggi. La partita inizia. Gli Aussies sono fortissimi, in teoria non dovremmo nutrire alcuna speranza. In realtà il match è in equilibrio. Spinta dall’entusiasmo del pubblico l’Italia spaventa i maestri australiani e li costringe agli straordinari. La meta di Mirco Bergamasco, uno dei tanti enfants de pais azzurri, scatena il delirio sugli spalti. Per un attimo l’Australia è alle corde. I due volte Campioni del Mondo faticano a ritrovare il bandolo della matassa. Ci vuole un piccolo aiuto dell’ arbitro per rimetterli in carreggiata e permetter loro di portare a casa la partita. Purtroppo sono cose che capitano. Nel rugby l’arbitro con le sue decisioni, giuste o sbagliate che siano, fa parte del gioco, come le mischie e i rimbalzi irregolari del pallone. Non c’è spazio per recriminazioni o risentimento, ed è giusto sia così. Quindi ci uniamo idealmente ai nostri giocatori nel tributare un applauso ai nostri avversari mentre escono dal campo.

I bambini invadono il campo a caccia di preziosi reperti. E’ in questo momento che accade qualcosa di straordinario. I giocatori dell’Australia hanno terminato il loro giro di campo, hanno salutato i loro supporters e stretto le mani ai loro rivali odierni, in attesa di ritrovarli per il famoso Terzo Tempo. Quelli che sono scesi in campo raggiungono gli spogliatoi per una doccia rinfrancante. I componenti della panchina, invece, ritornano alla stessa. Lote Tuqiri, la gigantesca ala di origine Figiana, uno dei giocatori più famosi e rappresentativi dei Wallabies, raccoglie un cesto delle immondizie e si sposta con esso, mentre i suoi compagni si danno da fare a raccogliere le cartacce e le bottiglie d’acqua che hanno utilizzato durante il match, e a gettarle via. Io e Barbara assistiamo a questo prezioso esempio di civiltà e applaudiamo convinti, assieme a tutto il nostro settore. Il nostro viaggio di nozze in Australia, il sogno di una vita per entrambi, si apre con questa spettacolare preview. Quali altre sorprese ci riserverà questo popolo meraviglioso?

Nessun commento:

Posta un commento