Il paesaggio varia pigramente, in tema con la giornata. Il South Australia è una regione desertica e scarsamente popolata, soprattutto verso l’interno. Verso la costa la dimensione prevalente è quella dello sparuto villaggio di pescatori, meta di un turismo perlopiù locale. La natura riprende il sopravvento appena fuori da queste cittadine. L’uomo la regola come può, disegna una traccia di come la desidererebbe. Ecco allora che filari di viti si stendono da collina a collina. Passati questi, si arriva ad appezzamenti coltivati a pino, che si dispiegano nella pianura per chilometri. Dopo averli attraversati si incontrano distese di pascoli gialli, punteggiati dal nero delle vacche o dal bianco candido delle pecore. Poi si riprende il giro. Altri pini. Altre viti. Altri pascoli.
Di avvistamento in avvistamento procediamo verso Robe. Dopo i timidi canguri incontriamo un altro buffo animaletto esclusivo di questo continente: l’echidna. Lo osserviamo mentre scava nel terreno con le sue unghie lunghe e affilate, per poi infilarci il musetto alla ricerca di formiche. Le tracce delle frenate sulla carreggiata indicano che il rischio incidenti con la fauna locale è sempre assai alto. E l’echidna è uno dei bersagli più gettonati, dal momento che, oltre ad essere per natura goffo e lento, tende ad acciambellarsi di fronte ad una minaccia, cosa che può senza dubbio funzionare con i carnivori, ma è di dubbia utilità di fronte alle ruote dei pick-up.
A volte, oltre alle tradizionali vacche e pecore, ci capita di incontrare allevamenti di emù, il fratello australiano dello struzzo. Altre volte solitari mulini a vento sembrano sorvegliare i pascoli, in attesa del ritorno degli animali. Ci fermiamo ad una spiaggia nei pressi di Beachport. Un solitario gabbiano ci osserva scontroso. Una lunga e ordinata fila di araucarie ci scorta all’interno del paese. E’ ora di pranzo, e al bar-ristorante fronteoceano ci sono addirittura due tavolate di persone. Un record. Siccome mi sto abbandonando al piacere della solitudine, decido di andarmi a mangiare il panino in spiaggia. Salvo poi biasimarmi per la mia meschinità, e concedermi alla folla almeno il tempo di un espresso.
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