venerdì 6 marzo 2009

Capitolo 17 Canto e discanto

Si vive di danze. Di ballo sociale.


Si vive per quel momento in cui il tuo cantante preferito vomita sul palco a non più di dieci metri da te. Si vive per quel momento in cui, persi gli occhiali in un pogo raccapricciante, li ritrovi illesi a pochi metri di distanza. Si vive per trovarsi tutti assieme in un parcheggio per ricostruire l‘esaltante scaletta di un concerto, salvo poi partire e abbandonarla sul tettuccio della macchina.


Di una promessa di un faccia differente, di mediocri incontri, di bellezze. Di profumi ardenti, di accidenti. Rotolando si gira, si balla, si vive, si fa festa. Quella, questa. Si picchia forte col piede nella danza.


Si vive per quel momento in cui il tuo vicino, quello che insiste perché tutto il caseggiato sappia quando va a nanna, dacchè chiude le imposte con grazia degna di un camionista di Vercelli, e che any given morning balla il tip tap con un tacco 15, sopra la tua camera da letto, alle 7.00 a.m., dicevo, si vive per quel momento, e arriverà quel momento!!!, in cui quel tuo particolare vicino incontrerà TUTTE le tue bigiornaliere maledizioni, e pagherà alfine il fio delle sue malfatte.


Di precise parole si vive, di grande teatro, di oscure canzoni, di pronte guittezze. Si va avanti di come fare, di come dire, di come fare a capire.


Si vive per quel momento della canzone in cui irrompe la batteria. Cassa, rullante e timpano. Si vive per il climax. Si vive per il momento in cui Slash sale sul piano nel video di November rain. Per quando la canzone inizia e il cantante tace. Canta solo il pubblico. Tutti assieme appassionatamente. I know, it’s only rock ‘n’ roll but I like it!


Si vive di fortune raccontate e di viaggiare. E si cammina stanchi, è lavoro, è opposizione, è corruzione. Si vive di lenta costruzione. E di tempo che ci inchioda, e di diavoli al culo.


Kangaroo SignSi vive per quel momento in cui uno dei più famosi cartelli stradali del mondo ti informa che stai entrando in una zona dove i canguri potrebbero attraversarti la strada. E tu guidi aguzzando gli occhi, al tempo stesso preoccupato ed eccitato. Da un lato infatti, l’idea di dover riportare l’auto al signor Hertz con un marsupiale di due metri legato sul cofano a mò di polena, ti terrorizza. Dall’altro siamo in Australia e non ci dispiacerebbe proprio vederne qualcuno scorazzare libero per queste immense distese.


Infine, val la pena anche di vivere quel particolare momento in cui finalmente lo vedi. Troppo lontano per essere fotografato ma vicino abbastanza da essere riconosciuto. Due orecchie appuntite che fanno capolino dall’erba alta. Un musetto marrone e triangolare, una macchia di colore bruno nel giallo mare della pianura Sud Australiana.


Cori di maschere notturne, canto e discanto.

(I. Fossati)

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