venerdì 6 febbraio 2009

Capitolo 9: Paure, pericoli e doppia “P”

Durante la fase “Organizzazione viaggio nozze”, che è venuta subito dopo la fase “Sclero per il cattering” e subito prima di quella “Bestemmie per i tavoli”, la nostra idea di noleggiare una vettura che ci menasse da Melbourne ad Adelaide ha registrato opinioni diverse fra le persone che abbiamo consultato. In definitiva però l’unica vera controindicazione riguardava la pericolosità di mettersi in viaggio “da soli” attraverso un continente selvaggio e a noi sconosciuto. Come abbiamo potuto appurare un viaggio di questo tipo comporta certo dei rischi, di natura spesso completamente diversa da quelli che ci si potrebbe attendere. Ad esempio, nel tratto di G. O. Road:

  1. Non c’è traffico. La probabilità di incidenti dovrebbe essere minima. In realtà è una strada a rischio. Spesso chi guida non s’accorge di avere macchine dietro (è successo, lo confermo, stando tutto il giorno senza vedere nessuno, ti dimentichi di avere gli specchietti retrovisori!) e inchioda quando vede qualcosa ai lati della strada, siano essi animali selvatici o bellissimi scorci sull’oceano. Scende imbracciando la macchina fotografica e viene asfaltato dall’unica macchina che passava di lì quel giorno.

  2. Quando parcheggi hai una discreta paura europea che ti forzino il bagagliaio e ti massacrino le valigie. Questo però nel downunder non succede. Rubare non è permesso, ricordiamolo! Certo, magari un aitante surfista può portarsi via tua moglie, ma questo a volte può essere addirittura un bene, non lo considererei esattamente un rischio.

  3. Non passa nessuno. I paesetti sparsi lungo il litorale sono distanti fra loro parecchie miglia. Quando avverti il familiare stimolo sotto la cintura, è difficile non assecondare la tentazione di scendere ad annaffiare il prato. Improvvisamente ti sovviene che tutte le bestie vagamente pericolose, se non mortali, esistenti al mondo, in Australia hanno trovato confortevole habitat, e blocchi il piede prima che questi raggiunga il suolo. Nel breve tratto che va dalla tua auto al primo cespuglio sai che puoi calpestare di tutto. A parte gli squali per ovvi motivi, e i coccodrilli, che la guida mi assicura vivano molto più a nord, potrei tranquillamente imbattermi in ogni sorta di serpenti, ragni o scorpioni, tutti in eguale misura velenoserrimi. Quindi decidi di tener duro fino alla prima area di sosta. Quando i mugugni e brontolii della parte femminile della macchina diventano insostenibili, essa appare all’ orizzonte. Tu credi di trovarti nel classico bagno pubblico lungo una superstrada, ed inizi a storcere il naso già nel parcheggio. In realtà è un pezzo di paradiso. I bagni sono chimici, viene raccolta ed utilizzata l’acqua piovana e sono pulitissimi. Davvero. Sembra incredibile.

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