La distanza da coprire per arrivare a Mt. Gambier ammonta a circa 400 km. Non proprio una passeggiata. Tenendo presente che dobbiamo arrivare prima dell' imbrunire, la scelta delle località da visitare nel tragitto dev'essere assai oculata. Viaggiare dopo il tramonto è rischioso per la quantità e la qualità degli animali che possono attraversare. Le strade sono deserte e non illuminate, se un canguro entra nel cono di luce dei tuoi fari spesso è troppo tardi per poter evitare l'impatto. Ai lati della carreggiata, su questi terreni rosso vivo biancheggiano gli scheletri di sventurate bestie di ogni sorta. Le carcasse vengono lasciate lì, in pasto ai corvi e al lento ed inesorabile ciclo della natura. C'est la vie!
Lasciamo momentaneamente l'amico oceano e ci lasciamo trascinare verso l'interno della regione. Il paesaggio cambia in continuazione. Le alte spiagge hanno lasciato il passo a verdi pascoli punteggiati da centinaia di pecore. Quindi a foreste sconfinate di eucalipti, dove il sole non riesce a raggiungerti. Qui domina incontrastata la felce, non quella piccola e miserabile che interriamo in qualche triste vaso sui nostri balconi, quella enorme e selvaggia che popolava il mondo all'epoca dei dinosauri. Per distrarre la moglie, che vagherebbe giorni in mezzo a queste foreste fotografando ogni singola pianta da più angolazioni, propongo una deviazione verso l'ennesimo faro. In fondo sono quasi tre ore che non vedo l'oceano!!
Ci arrampichiamo lungo una stradina semisepolta dalla vegetazione. La giornata è meravigliosa, il cielo blu che intravediamo oltre le fronde degli alberi fa da giusta cornice alla meravigliosa esperienza che faremo di lì a poco. Oltre una curva una coppia di turisti australiani è ferma sul ciglio della strada. Quando li sorpassiamo notiamo che stanno guardando le cime degli eucalipti e fotografando qualcosa. Ci suona un campanellino dentro e inchiodiamo all'istante. Tempo di attaccare il teleobbiettivo alla macchina fotografica e corriamo in strada pure noi, pronti ad incontrare un altro animale totem di questo continente: il tenero, pigro, dolcissimo Koala.
Gli autoctoni ci osservano divertiti mentre corriamo come bambini da un albero all'altro per catturare più scatti possibili di queste buffe creature. La signora ci avvicina e con un sorriso complice ci domanda:" E' la prima volta che vedete dei koala, vero?" "Eh sì Madame, che vuol farci, da noi non è che proprio crescano sugli alberi!" In compenso, quando a precisa domanda rispondiamo che siamo originari di una cittadina vicino a Venezia, tocca a loro iniziare a salivare copiosamente.
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