lunedì 29 marzo 2010

Capitolo 52 Nel mezzo del cammin...

E’ tempo di iniziare l’esplorazione. L’ isola non è grandissima ma la piscina del bar attira la maggior parte degli ospiti, quindi sulle spiagge godiamo di assoluta tranquillità, la qual cosa proprio non ci disturba. Ormai è pomeriggio inoltrato, ci azzardiamo a prendere l’ultimo sole, protezione 40 sulle nostre diafane membra, e anche a fare il primo bagnetto. Green Sea TurtleL’acqua non è proprio caldissima, ma nemmeno fredda come la Croazia, e al primo tentativo mi imbatto in una tartaruga marina che incrocia proprio sulla costa dove ci troviamo noi. Immagino che lei non possa dire lo stesso, ma per me è stato un incontro emozionante. In effetti questo è il periodo dell’anno in cui questi giganteschi rettili tornano nei luoghi d’origine per deporre le uova. Ed io e Barbara non stiamo nella pelle all’idea di assistere a questa scena. Ma ci torneremo. Intanto il sole cala lentamente sulle pacifiche acque del Pacifico. La marea lentamente discende e la riva diventa territorio di caccia degli aironi e dei gabbiani. Ci godiamo un fantastico tramonto immersi nella quiete di quest’angolo di paradiso.


Tramonto ad Heron IslandDopo aver cenato ci attira l’idea di avere un incontro ravvicinato con una tartaruga in vena di deporre le uova, quindi ci rechiamo a farci catechizzare a riguardo. Sull’isola è presente un centro di ricerche marine, sotto l’egida dell’Università del Queensland, che fra i vari compiti ha anche quello di monitorare il passaggio delle balene in autunno, e, appunto, l’arrivo delle tartarughe nei mesi estivi. Il fortunato hippie che ci accoglie ci spiega che in caso di incontro con questi rettili è vietato dar loro fastidio, quindi ci provvede un paio di minuscole torce a luce calda, che l’occhio del animale non coglie. È lo stesso procedimento che abbiamo già sperimentato a Kangaroo Island, quando alla luce di queste particolari lampade abbiamo potuto ammirare non visti i pinguini nani. Armati di questi minuscoli lumini usciamo alla ricerca di avventura. Il problema è che la serata prescelta è senza luna, e una volta usciti dal cerchio di luci, peraltro abbastanza flebile, del resort l’oscurità ci avvolge pressoché interamente. La visibilità che le torce provvedono è appena sufficiente a mostrarci dove mettiamo i piedi, quindi l’angusto sentiero che passa in mezzo alla giungla e che oggi pomeriggio sembrava comodamente agibile, si rivela di assai più infida percorribilità alla luce delle stelle. Ma dinnanzi alla prospettiva di un paio di testuggini in cerca di un luogo consono dove deporre qualche centinaio di uova, la famiglia Bonazzi, qui in versione Giovani Marmotte, non può certo preoccuparsi per un po' di illuminazione fatiscente. Morale: raggiungiamo non senza difficoltà la spiaggia e decidiamo di accamparci in un punto abbastanza illuminato, pregando il Dio delle Tartarughe di mandarci qualcuna di queste ragazzotte a prendere terra proprio qui.


L'attesa si rivela infruttuosa e ci tocca far ritorno in stanza, non senza prima farci un altro viaggetto nella Selva Oscura. E mentre i Muttonbirds sottolineano la nostra frustrazione con un coro tutt'altro che angelico e la brezza marina si insinua fra le fronde di Pisonia recandoci afrori tutt'altro che romantici, ci concediamo a Morfeo nella nostra prima notte isolana.

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