martedì 23 marzo 2010

Capitolo 51 For the Birds

Distratti dalla marea rossiccia passiamo l’ultima mezz’ora di navigazione che ci separa dall’isola. Man mano che la spiaggia si avvicina iniziamo ad avvistare qualche esemplare della fauna tipica di questi luoghi, cioè vari stormi di uccelli pescatori e qualche guizzante abitante dei mari. A dispetto del mio fisico da giocatore di bocce, non vedo l’ora di infilarmi un costume e una maschera! Fa un bel caldo per essere dicembre, e la marea rossiccia è rimasta al largo, quindi un bella nuotata rinfrescante sarebbe proprio l’ideale. Ma prima c’è da espletare un po’ di burocrazia. Ci radunano in una capanna e ci danno alcune dritte sull’isola: non toccare nulla di vivo, il sole brucia, non disturbate gli uccelli. In effetti ci troviamo in una riserva nazionale, la presenza umana è prevista ma dev’ essere quanto meno invasiva possibile per le specie animali che qui risiedono. Non dovrebbe essere necessario ribadirlo, ma essendo il resort occupato prevalentemente da italiani e altri europei, ricordare le regole del vivere (civile!) in una riserva naturale non guasta.



Il bungalow assegnatoci non ha serratura, su quest'isola pare non si usi. Passi, appenderemo ovunque cartelli minatori quando necessiteremo di privacy, giusto per non ripetere le poco eroiche gesta di Sydney. Ogni nostro avere finisce quindi nella capace pancia della cassaforte del resort, comprese le nostre fedi nuove fiammanti alle quali iniziavamo appena ad abituarci. Appena entrati, i bellicosi propositi di spiaggia e mare vengono meno e la stanchezza dell'ennesimo spostamento mattutino, unita alla scomodità dello shakeramento marittimo prende il sopravvento. Di conseguenza è solo dopo una robusta pennichella pomeridiana che iniziamo la ricognizione della nuova realtà che ci circonda. Il primo rilevante aspetto è la nutrita presenza di pennuti. Se la razza umana qui ha un avamposto confortevole benchè ridotto, gli uccelli sono gli indiscussi padroni del territorio. A parte l'airone che presta il nome all'isola, i grandi alberi di Pisonia, la specie dominante in quest'isola, sono letteralmente invasi dai nidi del Black Noddy, una sorta di uccellaccio nerissimo a parte la testina bianca. Essendo periodo tardo primaverile il cicaleccio continuo ed assordante delle madri che rimangono al nido ad accudire i piccoli appena nati è la costante colonna sonora della giornata. Camminando occorre fare attenzione ad un'altra specie, le Buff-banded Rail, sorta di piccole quaglie che prediligono il cammino al volo, e girano fra le foglie cadute smuovendole alla ricerca di cibo per gli immancabili pargoli al seguito. I sentieri per gli uomini sono quindi una gigantesca trappola di guano, fra quello che piove dal cielo e quello che si accumula per terra, ma dopo il primo momento di comprensibile smarrimento, gli ospiti iniziano ad accettare le inevitabili macchie con un sorriso complice. Mal comune in fondo è sempre mezzo gaudio. Certo nelle ore più calde l'odore a volte non è proprio quello che assoceresti al paradiso, ma la brezza oceanica tende a disperderlo molto prima che inizi veramente a dare fastidio. Insomma, se per vivere cinque giorni in un eden tropicale siamo costretti a dividerlo con un esercito di pennuti, con tutto quello che questa convivenza può offrirci, beh, dal poco che abbiamo visto finora ci sembra un prezzo accettabile.

Huey, Dewey e Louie

Quello che non sappiamo è che dobbiamo ancora fare la conoscenza della specie di uccelli più invasiva, i Muttonbirds. Ogni tanto ai lati dei sentieri dei cartelli indicano dei buchi nel terreno dove questi simpatici alati pescatori hanno posto la loro residenza. Quando il sole volge al tramonto questi deliziosi pendolari del mare rientrano ai loro nidi e iniziano a cantarsi la ninna nanna l'uno con l'altro. Ogni coppia di turisti riceve in dotazione due paia di tappi auricolari per il sonno notturno. Infatti il canto notturno dei Muttonbirds si rivela particolarmente fastidioso e decisamente poco conciliatorio, tenendo conto del fatto che il rumore a cui più assomiglia è una metavia fra l'ululato dei coyote in amore e il pianto notturno dei neonati. Sospetto che questo micidiale mix, soprattutto nel secondo ingrediente, influisca in qualche subdolo modo sul subconscio delle donne sull' isola, se è vero che al mattino le occhiaie da sonno agitato sono molto più visibili sulle portatrici di cromosoma doppio x che non sui partners. Anche nel mio piccolo nido familiare la situazione notturna vede il sottoscritto dotato di tappi farsi delle grasse dormite a qualsiasi orario, mentre la moglie è costretta a recuperare al mattino o al pomeriggio le ore di sonno perse durante la notte.

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