martedì 7 aprile 2009

Capitolo 24 W la foca! (Non poteva che essere questo..)

Incalzato dalle domande talvolta pertinenti della mia signora, il ranger ci confida che la manovra per avvicinare i turisti alle foche è iniziata negli anni ’70. Sono quasi quarant’anni da che hanno iniziato ad abituare queste simpatiche bestiole alla presenza dell’ uomo. Grazie a questo decennale percorso, noi, fortunati mortali, possiamo penetrare nel loro habitat senza infastidirle in alcun modo. Seal Bay Conservatory ParkCon la voce rotta dall’emozione Barbara prova a spiegarmi quanto un progetto di questo spessore scientifico sia assolutamente all’avanguardia (ma dai??) non solo per il nostro arretrato paese, ma probabilmente anche per altre realtà più, naturalisticamente parlando, avanzate. La bellezza struggente del paesaggio selvaggio e la magnifica esperienza che sto vivendo, mi portano a formulare quello che potrebbe essere un pensiero intelligente. L’osservazione e lo studio delle foche, delle balene, dei pinguini e i vari progetti di salvaguardia dei loro ambienti qui in Australia è partita prima rispetto ad ogni altro paese. Quando visiteremo l’isola delle tartarughe marine verremo informati che i primi approcci scientifici verso questi rettili risalgono addirittura ai primi anni ’50. Ma perché noi no? Perché noi non abbiamo mai messo in piedi opere di questo rilievo? Perché noi non abbiamo le foche! Semplice. Ma questa spiegazione non regge. La realtà è che negli anni ’50 avevamo ben altro a cui pensare. Non solo l’Italia, tutta l’Europa era da ricostruire. Non avere avuto la guerra sul proprio suolo ha permesso ad americani ed australiani di partire prima di tutti gli altri con i progetti di salvaguardia ambientale. E i risultati sono lì da vedere.

Le foche giocherellano a non più di 5-10 metri da noi. I cuccioli dormono beati. Qualcuna, più audace, si getta nell’oceano alla ricerca di uno spuntino. Se proprio devo trovare una nota negativa, devo rilevare che l’odore di grasso di foca, unito a quello di pesce che il vento ci getta addosso non è proprio il massimo della vita.Family portrait with seagull Ma è un disagio veramente minimo rispetto allo spettacolo che stiamo vivendo. I maschi adulti litigano fra loro per la conquista di qualche femmina. Sono talmente presi dal ferormone che di sicuro non fanno caso a noi. Comunque preferisco allontanarmi, non sia mai che un maschio alfa dominante mi veda come una minaccia per il suo pinnato harem. Alle nostre spalle una mamma col suo cucciolo scende verso il mare per una rinfrescante nuotata. Siamo in mezzo alla sua traiettoria, quindi le cediamo il passo. Goffamente i pinnipedi passano tra di noi, mentre ne osserviamo il mantello, nuovo e lucente quello del cucciolo, screziato e segnato dalle mille battaglie in mare quello della madre.

Lasciamo la spiaggia e riprendiamo il sentiero verso l’entrata del parco. D’un tratto le persone innanzi a noi tornano ad abbracciare le macchine fotografiche e si affollano verso un cespuglio. Immagino si tratti di un wallabee come quello che ho visto in precedenza, e mi sporgo curioso. Una specie di iguana, con un bel mezzo metro di coda lunga e dritta dietro di sé sfreccia in mezzo al sentiero e scompare dietro un masso. La guida, scocciata, ci invita a proseguire, in fondo “It’s just a lizard!” . Povero ranger, lavorare quarant’anni per portarci ad accarezzare le foche e poi vedere i tuoi turisti fotografare, con la stessa passione, una “semplice lucertola”. Rispetto il tuo punto di vista, e ammetto che un tale atteggiamento possa dare fastidio. E’ solo che una “semplice lucertola” di un metro io non l’avevo mai vista!

2 commenti:

  1. Anch'io mi avvicino alla foca dagli anni 70. Sono all'avanguardia?
    (tralascio la facile battuta su rettili di dimensioni smodate)
    C.

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