giovedì 21 gennaio 2010

Capitolo 46 Il passo dell'oca


Il nostro ultimo giorno nella metropoli ce lo spendiamo in shopping natalizio, girando i grandi centri commerciali di King George Street. In realtà le nostre spese sono assai modeste, poiché girare per una città che offre di tutto senza idee chiare in testa è controproducente. Finisce che passiamo più tempo ad ammirare le splendide decorazioni natalizie dei vari negozi che non a cercare con costrutto qualcosa di carino da portare ai nostri familiari. In questo delirio di disorganizzazione mi imbatto nel negozio di abbigliamento sportivo di David Campese. A chi come me è cresciuto in una cittadina veneta, a pane e soppressa, nebbia e palla ovale, spiegare il personaggio che porta tanto nome sarebbe offensivo. Ma avendo questo resoconto di viaggio l'assurda pretesa di un po' di internazionalità, almeno oltre il corso del Brenta, mi vedo costretto a scrivere giusto due righe di presentazione.

Potrei dire che Campese è stato uno dei giocatori più talentuosi che mai abbia calcato un prato verde. Un artista del rugby, recordman di segnature con la maglia della nazionale autraliana, che un bel giorno, stanco forse di spiegare gioco ai suoi conterranei decise di mettersi alla prova oltreoceano, sbarcando, fra lo stupore dei molti addetti ai lavori, nella città del Santo. E qui, come una stella del firmamento che, ottenuta la preziosa luce dal sole, inizia pur essa a sfavillare, così i giocatori in maglia nera del Petrarca, illuminati da cotanto cristallino talento, portarono alla causa energie e valore inaspettati, contribuendo a donare a Padova lo scudetto più prezioso, quello della Stella.

Ecco, questo è più o meno David Campese. Tolta la parte dei successi internazionali ovviamente. Che furono molti, ma questo al momento è superfluo. Fatto sta che il trovarmi inaspettatamente dinnanzi il suo negozio mi azzera la salivazione istantaneamente, facendomi dimenticare due cose non da poco: a) il fatto che ho girato questa città come un cretino alla ricerca di un negozio di maglie da rugby, mentre questo era semplicemente nella stessa via del mio hotel, se non dirimpetto. E b) che io e Barbara abbiamo fatto incetta di tutti i prodotti di tal foggia nei vari altri centri sportivi che abbiamo visitato, e che quindi non abbiamo alcun motivo serio per entrare. Ma la fabulazione dell'essere in viaggio di nozze colpisce ancora. Mi fisso in testa che dentro quel negozio c'è il mio idolo e devo assolutamente vederlo ancora. Mia moglie prova pazientemente a farmi osservare che si tratta con ogni probabilità di una catena, che ce ne saranno decine in tutta Sydney, migliaia in giro per il continente, e che sicuramente Mr. Campese ha di meglio da fare che non stare al bancone del suo negozio, in attesa che qualche sciroccato entri dalla porta per rompergli le scatole su quanto la sua grama vita abbia avuto almeno un minimo sussulto assistendo ad una sua partita. Non sento ragioni, io entro.

Mi precipito dalla commessa (Diamine, David non si vede!!) (Maledetta Barbara, Ha Sempre Ragione Lei!) ripassandomi mentalmente le corrette espressioni inglesi, e le chiedo dove potrei trovare il mio eroe. “Sudafrica” risponde lei tranquillamente. E' li che Mr. Campese risiede da che ha abbandonato le competizioni. Mannaggia, manco vicino ci sono andato. Pago il tributo al mio idolo fotografando mentalmente l'arredamento della bottega, le sue foto in campo, il famoso “passo dell'oca”, le varie maglie esposte, indossate da lui in avvenimenti prestigiosi, o donate da avversari di altrettanto nobile lignaggio rugbystico. Non è stato così inutile dopotutto. Se non altro sono di eccellente umore, il che rende meno duro il distacco da Sydney. E' tempo di affrontare l'ultima parte del viaggio, la settimana nell'isola tropicale. E' difficile andarsene da qui. E' veramente una città bellissima, e ci siamo trovati molto bene.

Fra una figura di merda e l'altra.

1 commento:

  1. "qualcosa di intelligente". Fatto.

    Allora: per la Barbara è andata sicuramente meglio così, piuttosto che vederti in lacrime, commosso, abbracciare un uomo e biascicare un "you're my idol".

    Quindi alla fine di scopre perché avete fatto il viaggio di nozze in AUS: era tutto un pretesto per incontrare Campese!!!

    L'estate prossima quindi andate in SudAfrica! Grande! Così oltretutto prendi due piccioni con una fava (neanche ti dico cosa c'è l'estate prossima, in Sudafrica, vero?:D).

    Poi arrivato lì la commessa del negozio di Campese ti dirà che Campese è tornato in Australia, tu andrai in Australia... e così via.

    RispondiElimina